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I fiori del Gelsomino del Madagascar si caratterizzano per essere decisamente carnosi e per avere una forma di stella: in questo senso, possono senza dubbio rievocare diversi paragoni con quelli del Gelsomino, nonostante abbiano delle dimensioni decisamente più elevate e un profumo più intenso.
Per garantire a tali piante rampicanti di seguire una crescita corretta, è necessario, nella maggior parte dei casi, applicare un tutore o un adeguato sostegno, magari un graticcio, a cui poter avvolgersi.Nel momento in cui vengono coltivate, le piante di Gelsomino del Madagascar non arrivano solitamente a superare i due metri, mentre in natura si tratta di arbusti che riescono ad andar tranquillamente oltre i quattro metri, sfiorando spesso anche i cinque metri.Il primo consiglio è indubbiamente quello di porre a dimora tali piante rampicanti all'interno di una zona tipicamente semiombreggiata.
Stiamo parlando di una pianta che non ama stare troppo esposta ai raggi del sole, ma che deve essere anche adeguatamente protetta dai forti venti: per questa ragione si consiglia, nella maggior parte dei casi, di collocarla vicino alla parete di una casa, in maniera tale che possa godere di un buon riparo anche nei confronti delle basse temperature.Stiamo parlando di un genere di piante rampicanti che sono in grado di resistere a dei brevi periodi in cui le temperature si mantengono particolarmente basse, ma in tutte quelle aree in cui le stagioni invernali sono piuttosto rigide è sempre meglio collocarle in ambienti temperati.Questo genere di rampicanti possono essere coltivati anche in appartamento: in questo caso, è sufficiente ricordare che durante la stagione invernale non devono essere lasciate in ambienti che presentano temperature inferiori a dieci gradi centigradi.Nel corso del periodo in cui avviene la fioritura del gelsomino del Madagascar, è sempre meglio cercare di ridurre il più possibile l'escursione termica, per il semplice fatto che ne possono notevolmente risentire i boccioli, con una perdita completa o parziale.Nel corso del periodo compreso tra l'inizio della stagione primaverile, fino ad ottobre, è consigliabile annaffiare la pianta di Gelsomino del Madagascar con una certa costanza, sempre tenendo bene a mente che il substrato deve essere completamente asciutto prima di poter procedere ad una nuova irrigazione.
Nel corso della stagione invernale, al contrario, si consiglia di provvedere con annaffiature saltuarie.Inoltre, nel corso della fase vegetativa attraversata dalla pianta, è sempre meglio applicare del concime per piante da fiore, con una cadenza di circa due settimane.Per coltivare il Gelsomino del Madagascar, si consiglia di sfruttare un substrato che sia il più ricco possibile di sostanza organica, magari provvedendo a renderlo più leggero con l'inserimento di una ridotta quantità di sabbia, ma anche qualche corteccia (dopo che si è provveduto a sminuzzarla correttamente).
Ad ogni modo, queste particolari piante rampicanti si adattano molto bene ad essere coltivate su tutti quei substrati piuttosto acidi.La moltiplicazione del Gelsomino del Madagascar avviene mediante talee.
Si tratta di un'operazione che deve avvenire nel corso della stagione primaverile: la prima cosa da fare è indubbiamente quella di estrarre le talee, che devono avere una lunghezza pari ad almeno dieci centimetri.Il periodo migliore per estrarre le talee è quello compreso tra il mese di aprile e quello di giugno, sopratutto provvedendo a tagliarle dai germogli che si trovano ai lati della pianta e che non producono fiori.Successivamente, per quanto riguarda l'operazione di radicazione, sarà necessario provvedervi preparando un terriccio costituito da sabbia e torba in parti uguali (inserendo il tutto all'interno di un apposito contenitore da radicazione) e mantenere una temperature minima di venti gradi centigradi.In seguito all'avvenuta radicazione, le piante di Gelsomino del Madagascar si potranno trapiantare all'interno di vasi dalle dimensioni più elevate.Il Gelsomino del Madagascar è una pianta particolarmente forte, anche se può essere attaccata da parassiti pericolosi come afidi e cocciniglie, che possono essere diffusi da altre piante circostanti e vanno a colpire sopratutto i fiori ed i germogli.
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