Becco di pappagallo (Clianthus puniceus)

generalità

Stiamo parlando di un'interessante pianta rampicante, che in alcuni casi può anche avere natura semirampicante e che proviene dalla Nuova Zelanda e viene più comunemente chiamato con il nome di “Becco di pappagallo”.

Si tratta di un arbusto che ha la particolare caratteristica di arrivare fino ad oltre quattro metri di altezza ed appartiene alla categoria dei sempreverdi.

I fusti di questa rampicante si dimostrano, nella maggior parte dei casi, estremamente sottili, con uno sviluppo decisamente tortuoso, sopratutto per via del fatto che può contare su numerosi viticci.

Le foglie della Clianthus puniceus si caratterizzano per avere una tipica colorazione verde intensa e per essere pennate.

In alcuni casi, si può verificare la caduta delle foglie nel corso della stagione invernale, sopratutto nel momento in cui le temperature scendono sotto il livello dello zero termico per diversi giorni.

Nel corso della stagione estiva e fino agli sgoccioli di quella autunnale, il Becco di pappagallo si caratterizza per produrre dei fiori dalla colorazione tipicamente scarlatta.

Alla fioritura seguirà la produzione dei frutti, che sono rappresentati da baccelli tradizionalmente molto lunghi, al cui interno si trovano numerosi semi che hanno una forma a fagiolo.

Si tratta di una rampicante che, nella maggior parte delle occasioni, viene inserita a dimora vicino ad un muro o ad un pergolato.

Becco di pappagallo (Clianthus puniceus)

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esposizione e terreno

Becco di pappagallo (Clianthus puniceus)2Si tratta di una pianta rampicante che necessita di essere coltivata all'interno di un'area particolarmente esposta ai raggi del sole o anche posta in una posizione di mezz'ombra.

Ad ogni modo, il Becco di pappagallo è una pianta estremamente delicata, ma sono in grado di sfoderare un'ottima resistenza nei confronti delle temperature rigide, dato che riescono a sopportare anche delle temperature minime che si spingono fino a -8 gradi.

Uno dei principali pericoli per una coltivazione ottimale di questa rampicante è indubbiamente rappresentato dal vento: per questa ragione, è sempre meglio inserire a dimora tale pianta in un'area decisamente riparata.

C'è anche un'alternativa, ovvero coltivare tale pianta all'interno di un contenitore, in maniera tale che si possa collocare all'interno di una serra fredda nel corso della stagione invernale.


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annaffiature

Le irrigazioni devono essere sempre effettuate nel periodo compreso tra il mese di marzo e quello di ottobre e sarà necessario svolgerle con una buona costanza, in particolar modo nel corso dell'estate e dei periodi di siccità prolungata.

Queste piante rampicanti, infatti, non sono in grado di sopportare periodi di siccità e, per tale ragione, richiede delle annaffiature frequenti e costanti.

Si consiglia di aspettare, in ogni caso, che il terreno si sia completamente asciugato prima di procedere ad una nuova annaffiatura.

Per fare in modo di incrementare il livello di umidità all'interno della zona in cui si coltiva tale pianta rampicante, il consiglio è quello di bagnare, piuttosto frequentemente e, anche qui, con buona costanza, le foglie, sopratutto nel corso della stagione estiva.

Nel corso della stagione invernale, invece, quando le temperature sono particolarmente rigide, le annaffiature dovranno essere, di conseguenza, meno frequenti e meno abbondanti.

Nel momento in cui arriva il periodo vegetativo, è fondamentale apportare del concime, in particolar modo quello per piante da fiore, almeno una volta ogni due settimane.


moltiplicazione

La moltiplicazione di questa pianta rampicante può verificarsi sia mediante seme e, in questo caso, andrà effettuata solamente nel periodo corrispondente al termine della stagione invernale, ma anche per talea semilegnosa: in quest'ultimo caso, il periodo migliore per svolgere tale operazione è indubbiamente rappresentato dalla stagione estiva.

In alcuni casi, inoltre, la moltiplicazione per talea semilegnosa può avvenire anche nella stagione primaverile.

Si tratta, in ogni caso, di una pianta che non ha alcun bisogno di potature: l'unica operazione a cui si dovrà prestare attenzione è quella di ridurre la lunghezza dei rami dopo che si è verificata la fioritura.


concimazione

Al termine della stagione invernale, è fondamentale apportare alla pianta di edera una buona quantità di stallatico, ma si può anche impiegare del concime a lenta cessione, che si deve mescolare con il substrato.

Nel corso del periodo vegetativo è fondamentale anche l'apporto del concime, in modo specifico quello appositamente realizzato per piante da fiore, che deve essere inserito all'interno del terreno una volta ogni venti giorni.

Sempre nel corso della stagione primaverile è fondamentale garantire l'utilizzo di un insetticida sistemico, che possa agire ad ampio raggio, in maniera tale da svolgere un'azione di prevenzione nei confronti della formazione di malattie di carattere fungicida oppure anche per prevenire il pericolo portato dai parassiti.


Becco di pappagallo (Clianthus puniceus): parassiti e malattie

Si tratta di piante rampicanti che non sopportano assolutamente il marciume radicale: in questi casi, è sempre meglio coltivarle in terreni ben drenati, in maniera tale da evitare la formazione di ristagni idrici, da cui possono derivare successivamente i marciumi radicali.



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