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I materiali per la pacciamatura possono essere organici e inorganici. Per materiali inorganici si intendono teli in plastica o tessuto, tessuto non tessuto (TNT), ghiaia, lapilli o cartone. Mentre per materiali organici si intendono tutti quelli erbacei o legnosi ottenuti dalla trinciatura dei residui colturali: foglie secche, corteccia di pino triturata, paglia o erba di sfalcio. Per una pacciamatura di lunga durata si utilizzano generalmente dei teli di materiale plastico o tessuto, ma per aiuole e giardini si utilizzano materiali dalla vista più gradevole, come corteccia di pino, foglie secche o paglia. In questo caso consigliabile però rinnovare ogni anno lo strato di pacciame aggiungendone dell'altro, in quanto essendo materiali completamente naturali si decompongono e vengono assorbiti dal terreno. Ultimamente non è difficile trovare dei materiali "alternativi" per la pacciamatura, come la fibra di cocco sminuzzata o i gusci di cacao. Si tratta di materiali di scarto che visivamente danno l'idea del terreno non pacciamato.
La pacciamatura con il telo pacciamante è uno dei metodi più utilizzati per il verde ornamentale. Si procede pulendo il terreno da tutte le erbe infestanti e si stende poi un telo scuro sulla zona da pacciamare. In seguito si realizzano dei fori dove si dovranno mettere le piante. Come materiale per il telo è preferibile utilizzare il TNT, o tessuto non tessuto, in quanto è traspirante e non crea ristagni d'acqua. Si fissa momentaneamente il telo al terreno con dei picchetti o dei sassi e successivamente si stende il materiale sul telo pacciamante, il quale può essere corteccia, lapilli, ciottoli in base al gusto personale. Per quanto riguarda l'orto e gli appezzamenti coltivati la procedura è molto simile a quella precedentemente descritta, ma una volta che si è steso il telo ed eseguito i fori per le piante non si copre con del materiale pacciamante. Questo tipo di pacciamatura è ovviamente molto durevole, ma visivamente ha un forte impatto. Esistono poi in commercio dei teli per pacciamatura biodegradabili derivati dal mais: non hanno una lunga durata e vengono assorbiti dal terreno in 12-18 mesi.
A differenza di quel che si può pensare, la pacciamatura invernale è molto importante perché per avere un terreno fertile in primavera è necessario lavorarlo e coprilo con la pacciamatura anche in inverno. La pacciamatura invernale restituisce al terreno quella copertura che è garantita naturalmente dalle erbe spontanee ma che sono state eliminate per permettere la coltivazione. Questa tecnica fa in modo quindi che si possa preparare il compost dove serve e che non si debba spostare dal cumulo del compost. Per facilitare il processo di decomposizione dello strato pacciamante si può distribuire sopra di esso della farina di roccia o calcare d’alghe, i quali sono degli ottimi fertilizzanti organici. Ma come ogni cosa anche la pacciamatura invernale ha delle controindicazioni: è opportuno controllare lo strato pacciamante in primavera se il terreno è pesante e argilloso e l'inverno molto piovoso, bisogna stare anche attenti all'insediamento delle lumache e dei topi, i quali possono trovare rifugio se la pacciamatura è troppo spessa e rovinare le colture.
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