Oltre ad avere alte quantità di calcare al suo interno, e a manifestare un ph decisamente alto, superiore a 7 ma inferiore a 8.5, il terreno calcareo presenta anche particolari caratteristiche fisiche. Generalmente le molecole di calcare tendono a causare una scarsa attitudine del terreno a trattenere l'acqua delle piogge e delle annaffiature, che tende a scivolare via rapidamente, senza imbibire lo strato superiore del terreno. Inoltre spesso si nota la presenza di una spessa crosta, rigida e dura, quasi impermeabile, che impedisce all'acqua ed ai fertilizzanti di penetrare lo strato superficiale, rendendo difficoltoso la circolazione dei fluidi, compresa l'aria: le radici delle piante divengono quindi asfittiche e tendono a svilupparsi poco. Per alcune piante la vita nei terreni calcarei risulta assai difficile, ad esempio le piante acidofile o gli ortaggi da radice.
Nonostante le particolari caratteristiche fisiche e chimiche, alcune piante vivono molto bene nei terreni calcarei; ad esempio tutte le brassicacee, come broccoli, verza, rape. Anche le viti e gli ulivi si sviluppano da millenni in zone caratterizzate da un terreno leggermente calcareo. Moltissimi arbusti, come viburni, fotinie, oleandri, sopportano senza problemi la vita in un terreno di questo tipo e non manifestano particolari problematiche. Chiaramente risulta opportuno lavorare a fondo il terreno calcareo, prima di porvi a dimora delle piante. Tipicamente si cerca di aggiungere al substrato materiale organico, che permetta di arricchire la concentrazione di sali minerali, oltre a migliorare l'impasto generale del terreno. Quindi, prima di posizionare a dimora piante da giardino e da orto, si cospargono le aiuole con stallatico e con terriccio di torba, e si lavora bene in profondità, rivoltando e spaccando le zolle. In casi di terra molto compatta ed asfittica, si aggiunge anche della sabbia, che tende a rendere meno coese le zolle. In questo modo si ottiene un substrato più soffice e permeabile.
In alcuni casi l'alcalinità di un terreno risulta estrema, con la quasi totale impossibilità di coltivarvi buona parte delle più comuni piante ornamentali e da orto; in questi casi, oltre ad aggiungere terriccio e stallatico, risulta necessario intervenire da un punto di vista chimico. Per diminuire il ph di un terreno fortemente calcareo o argilloso si interviene aggiungendo dello zolfo, appositamente formulato per questo tipo di interventi: grazie ai batteri presenti nel terreno, viene trasformato nel corso dei mesi i piccole quantità di acido solforico, che causa un forte abbassarsi del ph, in modo da rendere disponibili i sali minerali a gran parte delle piante. Purtroppo in gran parte della nostra penisola le acque degli acquedotti risultano molto dure, cioè ricche in calcare; ad ogni annaffiatura aggiungiamo ulteriore calcare al terreno e ne alziamo il ph. Per questo motivo risulta conveniente scegliere di coltivare piante che amano il calcare, e tenere in vaso, in apposito terriccio, le piante acidofile, annaffiandole con acqua in cui il calcare viene lasciato depositare.
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