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Il terreno preferito dallo spinacio è un terreno di medio impasto, ma anche sciolto, caratterizzato da una discreta ricchezza di sostanza organica, così come di calcio. Lo spinacio è una pianta di breve ciclo ed è quindi consigliata come coltura intercalare che segue piante come pomodori, piselli o fagioli, ma anche prima di altre semine o trapianti di primavera.
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Un consiglio ripetuto per la coltivazione degli spinaci è quello di evitare un apporto massiccio di azoto nel terreno, dal momento che la pianta ha la caratteristica a trattenere nelle sue foglie un abbondante percentuale di nitrati. Ogni cento metri quadri di coltura si consiglia una quantità massima di 2 quintali di letame, o, in alternativa, di composto abbastanza maturo.
Consociazioni favorevoli si hanno con sedani, rape, porri, fave. Fagioli e piselli, invece, piante dalla crescita decisamente più lenta, possono favorire lo sviluppo degli spinaci grazie alla presenza del loro fogliame che protegge la pianta dello spinacio da una esposizione al sole troppo elevata.
E' possibile procedere con una semina a scalare ogni 2 o 3 settimane, tra il mese di marzo e quello di novembre, al fine di ottenere una raccolta continua che duri per l'intero anno. La semina dovrà avvenire in solchi posizionati a distanza fra loro di circa 25 centimetri e scavati a una profondità di 2 centimetri circa. Per ciò che riguarda le zone a temperatura più fredda. È consigliabile provvedere con una protezione delle piantine con campane di vetro o tunnel, specie dal mese di ottobre in avanti. La quantità di semi ogni 10 metri quadrati di coltura sarà di 30 grammi o poco meno.
La pianta di spinacio, si è detto, teme particolarmente i prolungati periodi di siccità. E' pertanto consigliabile intervenire con annaffiature a partire dal primo periodo vegetativo, concentrandosi dunque nelle stagioni più calde. Ciò, appunto, per evitare che la pianta monti presto a seme, come accade facilmente per quelle coltivazioni dei mesi primaverili o d'estate.
Un pericolo molto diffuso che riguarda la pianta è rappresentato dalla cosiddetta “mosca dello spinacio” che attacca, con i suoi esemplari adulti, i fiori degli spinaci succhiandone i liquidi. Attacchi alle foglie sono apportati dagli esemplari femmina delle mosche, che depongono le uova da cui larve, lunghe anche 7 millimetri, fuoriescono e vanno a scavare dei tunnel dannosi, conducendo a disseccamento o alla caduta della foglia. Un buon metodo per combattere questi attacchi, è operare con una rincalzatura e irrorare con un apposito infuso di tanaceto. Se l'attacco è invece già avvenuto, si provvederà con un trattamento a base di estratto di assenzio o, in alternativa, con un'adeguata miscela di legno quassio, acqua e sapone, nella misura di circa 100 litri d'acqua, 800 grammi di legno quassio e 200 grammi circa di sapone. Ulteriori danni provengono dalle crittogame, come la peronospora che provoca macchie gialle sulle pagine superiori della foglia e muffe su quella inferiore. Ad attacco avvenuto si dovrà bruciare la pianta colpita e intervenire successivamente con sali di rame.
Si procede a scalare: si devono recidere alcune foglie per ciascuna pianta evitando il germoglio centrale, oppure asportando la pianta intera nel momento in cui si present con un adeguato sviluppo vegetativo. Per ciò che riguarda lo spinacio estivo e primaverile, la raccolta avviene soltanto dopo due mesi o poco più dalla semina. Le piante invernali o autunnali hanno invece tempi più lunghi e prevedono una raccolta dopo tre mesi circa.
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