Parco Stelvio

Parco Stelvio

E’ il parco dove vengono prodotte le mele più famose d’Italia. E’ anche il simbolo del parchi di montagna, con i suoi ghiacciai e le immense vallate. Stiamo descrivendo il Parco Nazionale dello Stelvio, suggestiva area naturale tra le più antiche e più belle d’Italia. Cultura, fede e tradizione si fondono con un ambiente incontaminato, mentre il paesaggio è animato da flora e fauna tipiche dell’alta montagna. Il Parco dello Stelvio riveste particolare interesse non solo per la sua conformazione, ma anche per il sapiente connubio tra le attività umane e la sopravvivenza di flora e fauna da valorizzare e da proteggere. La valorizzazione e la protezione del patrimonio florofaunustico sono alcuni degli obiettivi che hanno portato alla nascita e all’istituzione del Parco dello Stelvio. La visita al Parco dello Stelvio, proprio per le sue peculiarità, può rivelarsi molto interessante. Vale la pena ammirare le grandi vallate dalla morfologia unica nel suo genere. Da vedere, anche gli stambecchi di alta montagna, che sono alcune delle specie protette del Parco.
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Caratteristiche

parcostelvio2 Il Parco nazionale dello Stelvio si estende per una superficie di oltre 130 mila metri quadri. Questa estensione venne raggiunta tramite un ampliamento realizzato nel 1977. Il Parco ricade nel cuore delle Alpi, ovvero nelle Alpi Centrali, lungo il massiccio montuoso dell’Ortles- Cevedale. Le zone montuose si alternano ad ampie vallate e questo spiega i forti dislivelli di altitudine tra un luogo e l’altro. Sullo Stelvio si passa da pendii di 650 metri ad altezze di quasi quattromila metri. Il territorio del Parco ricade in due regioni: Lombardia e Trentino Alto Agide, coprendo ben quattro province: Brescia, Bolzano, Sondrio e Trento. Le valli del Parco comprendono un paesaggio spezzato dalle cime ghiacciate e da fiumi e laghi. Queste formazioni sono davvero immense. Alcune sono anche molto note. Citiamo, a titolo di esempio, la Val Venosta, zona abibita alla produzione di mele, il Bormio e la Valtellina, tutti territori lussureggianti, in parte incontaminati e in parte arricchiti da attività umane che si sono perfettamente integrate con l’ambiente naturale. Il cuore del Parco dello Stelvio permette di affacciarsi ad altre zone rinomate, come il Tirolo, zona famosa sempre per le mele di montagna. Le valli dello Stelvio sono anche altre, come la val Zebrù, la valle di Rabbi, la valle del Braulio e dell’Adda, famosissimo fiume lombardo. Risalendo gli incroci di alcune valli, si possono incontrare i resti di antichi villaggi e di torri risalenti al XIII secolo.


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    Storia

    La Storia del Parco nazionale dello Stelvio può essere divisa in due parti: storia geologica e storia recente. La geologia del Parco è molto complessa, perché gli sconvolgimenti preistorici hanno creato degli scontri di rocce e massi che hanno a loro volta portato alla formazione di rocce metamorfiche. Queste rocce si formano a seguito della collisione dei massicci montuosi. Le rocce sotterranee sono a loro volta composte da materiali diversi, tra cui quarzite e calcare. Gli scontri geologici che hanno portato alla formazione delle montagne sono probabilmente alla base degli ampi dislivelli delle altitudini. Con i dislivelli e le vallate in mezzo, il paesaggio si presenta come una specie di “terrazza”, con una vista che è davvero uno spettacolo. Per quanto riguarda la storia recente, c’è da dire che il Parco Nazionale dello Stelvio è uno dei parchi storici e naturali più antichi d’Italia, è stato, infatti, istituito nel 1935. Oggi, il Parco è gestito da un consorzio composto dal Ministero dell’Ambiente, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento e Regione Lombardia. Prima di giungere a questa gestione, vi sono stati anni di diatribe politiche e di passaggi di competenze tra i vari enti locali e gli enti di gestione. In ogni caso, i problemi burocratici sono stati superati e lo Stelvio è oggi una zona fatta di montagne, massi, ghiacciai, vallate, flora e fauna protetta, abbazie e centri abitati. I primi centri, in realtà villaggi, risalgono al Medioevo. Si tratta di comunità dedite all’alpeggio, attività necessaria per sopravvivere in queste aree di alta montagna.


    Flora e fauna

    La flora e la fauna dello Stelvio sono tipiche delle zone montane. Il Parco è ampiamente caratterizzato da boschi di conifere e di aghifoglie. La loro distribuzione varia in base all’altitudine. Tra i 1000 e i 2000 metri primeggiano le conifere, con boschi di abete rosso e bianco. Man mano che si sale, le conifere si diradano, lasciando spazio alle aghifoglie. Verso i 2600 metri si trovano gli alberi nani. Superati i 2800 metri si trovano invece le rocce , la ghiaia e i licheni, antichissime forme di vita che nel corso delle varie epoche si sono adattate a vivere nei climi freddi. L’interno del Parco è caratterizzato dalle torbiere, da specie carnivore e da specie alpine, come la drosera rotundifolia e la pinguola alpina. Presente anche una specie artica, la paludella squarrosa. Anche la fauna è distribuita nelle varie altitudini. Sulle aree montane vivono stambecchi, cervi, camosci, caprioli, marmotte, scoiattoli, tassi, lepri, donnole, ermellini e volpi. Il Parco comprende anche diverse specie di uccelli nidificanti, tra cui il corvo imperiale, l’aquila reale, lo sparviero, il gracchio corallino, la cornacchia, il picchio e la poiana.




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