Le peculiarità del Parco nazionale del Gargano sono state magistralmente descritte anche dal famoso poeta Giuseppe Ungaretti. Quest’ultimo descrive perfettamente sia il comportamento della flora che quello della fauna, integrandolo al territorio dove sembra “che le stagioni si siano incantate” nell’ora di sera. Il Parco ricade nella regione Puglia e nella provincia di Foggia. Comprende anche la Foresta Umbra e confina con le coste croate. L’area insiste nel versante nord orientale del Gargano e per la sua posizione viene anche definita lo “sperone d’Italia”. Nonostante il Parco prenda il nome dell’omonimo monte, la sede dell’ente gestore si trova presso Monte Sant’Angelo. Il Parco comprende zone montane, forestali e l’area marina delle isole Tremiti. Il territorio è parzialmente arido e carsico, come è tipico nelle zone mediterranee, alcune aree sono interessate da corsi d’acqua e paludi, tra cui il Lago di Lesina e il Lago di Varano. La maggior parte del territorio, come già detto, è stata interessata dal fenomeno del carsismo, con ampia diffusione di grotte calcaree e di formazioni chiamate doline. Queste ultime sono simili a delle grotte, ma molto più profonde. La più nota, la dolina Pozzolana, supera addirittura i 100 metri di profondità. A rocce e doline di aggiungono anche più di un centinaio di grotte marine, tutte interessanti da studiare e da tutelare. Solo in alcuni punti sono presenti rocce vulcaniche dal caratteristico colore nerastro. Per le sue caratteristiche, l’are del monte Gargano merita certamente di essere visitata.
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Il Parco nazionale del Gargano è stato ufficialmente istituito nel 1991. La sede dell’Ente gestore è, come già detto, presso Monte Sant’Angelo. La storia del Parco è antichissima e trae origine dagli sconvolgimenti geologici che hanno dato vita al fenomeno del carsismo e delle rocce carsiche. Segno di questi sconvolgimenti sono le circa 4 mila doline che completano e arricchiscono la già maestosa scenografia del paesaggio montano. In epoche remote, l’area che circondava il Gargano era ricchissima di foreste. Tra queste vi era anche la Foresta Umbra, mantenutasi intatta nonostante le scorribande e le scorrerie di antiche tribù e popolazioni barbare. Anche l’epoca moderna venne caratterizzata da selvaggi disboscamenti che spogliarono il Gargano di quasi tutte le sue magnifiche foreste. Tra queste si salvò solo la Foresta Umbra, il cui nome si pensa derivi dalle antiche popolazioni nomadi che in passato si stabilirono in questa porzione di territorio. Il nome di questa magnifica area forestale potrebbe anche derivare da un dialetto celtico, dove ‘umbro’ significa semplicemente ‘ombroso’.
Il Parco del Gargano si caratterizza per la nutrita presenza di flora e fauna tipicamente mediterranee. I boschi sono popolati da querce, faggi, cerri, lecci, frassini, castagni, olmi, agrifogli, ornelli, a volte misti e a volte singoli. Il sottobosco pullula invece di rovi, felci, rose canine, ciclamini, funghi commestibili e velenosi. Sulle valli più soleggiate si trovano, invece, biancospini, rovi, ginepri, fichi d’India, lentisco, timo e carrubo. Nella zona più a valle si trovano aree steppose qua e là arricchite da euforbia, fichi d’India, campi di grano, oliveti, mandorleti e vigneti. Il Parco del Gargano presenta anche alcune note “ zone umide”, dove si possono trovare giunchi, gigli d’acqua ed eucalipto. Nelle zone costiere prevalgono le pinete di pino di Aleppo, accompagnate anche da lentisco e corbezzolo. Magnifici boschi di trovano anche nei pressi di Monte Sant’Angelo. Sul Gargano si trovano, invece, sia specie endemiche che rare. Tra queste, la campanula, la santoreggia, l’enula e la rara vedovino di Dalla porta. Il promontorio del Gargano ospita anche tantissime varietà di orchidee, tanto da essere definito “ terra dell’orchidea”.Il territorio del Gargano ha favorito anche la diffusione di un’ampia biodiversità faunistica. Il Parco ospita infatti uccelli, mammiferi, rettili e anfibi. Tra gli uccelli troviamo il picchio, il falco pellegrino, lo sparviero, la poiana, il tordo, il merlo, il corvo imperiale, ma anche rapaci notturni e cornacchie. nelle zone umide nidificano invece il germano reale, la marzaiola, la folaga e la gallinella d’acqua. I mammiferi sono invece rappresentati da daini, donnole, cinghiali, lepri, faine, gatti selvatici, ricci, talpe, tassi, volpi e ghiri. Le zone paludose ospitano diverse specie di rettili e anfibi, tra cui la lucertola e la rana.
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