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Le sue foglie sono aghiformi persistenti, hanno colore verde chiaro. Sono raccolte in fascette lunghe circa 20 centimetri e si presentano spesso ritorte su loro stesse. I coni sono cilindrici o ovoidali, con lunghezze che vanno dai 6 ai 30 centimetri. Producono resina in quantità e hanno un colore verdastro che tende con il tempo al grigio scuro. Il pino silvestre vanta un affascinante configurazione conica, dal momento che, specie nella stagione estiva, è particolarmente bello il contrasto che si va a creare tra le nuove vegetazioni a tonalità verde pallido e il fogliame più anziano, su tonalità verde bluastro.
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E' consigliabile effettuare la piantagione da fine ottobre fino all'inizio della primavera. Importante che il terreno non risulti particolarmente bagnato, o, ancor peggio, gelato. Le radici vigorose dell'albero impongono, inoltre, di non coltivare l'esemplare a distanze ravvicinate alle mura delle case per non danneggiarle. Altro importante consiglio è non mettere a dimora esemplari di grande taglia, dal momento che piante che non superano i 60 centimetri di altezza attecchiscono decisamente meglio rispetto alle piante più mature. Qualora il getto guida risultasse danneggiato o, peggio, morisse, saranno prodotti dalla pianta alcuni rami apicali, dei quali dovrà essere scelto soltanto il più forte e vigoroso, al fine di formare un novello getto guida.
La moltiplicazione avviene per seme.Preferibile in pieno sole o, in alternativa, in condizioni di mezza ombra.
L'albero non richiede potatura regolare.
Il pino silvestre tollera facilmente terreni alcalini, e anche siccitosi, una volta abbia attecchito. In particolare le specie che abbiano le foglie aghiformi raccolte in fascette di due, essendo le più rustiche, hanno ottima resistenza anche se cresciuti in condizioni climatiche difficili, sotto venti e piogge. Difficoltà di crescita, invece, si riscontreranno in presenza di inquinamento atmosferico, terreni troppo gessosi e calcarei e venti salini.
I pericoli per il pino silvestre sono rappresentati in particolare dagli attacchi dei chermi lanigeri delle conifere, ma anche da bruchi come la farfalla dei rami del pino. Infine, altre presenze insidiose che possono danneggiare l'albero sono le larve di oplocampe.
Il pino silvestre è diffusamente coltivato non solo come albero ornamentale, ma anche come albero di Natale, specialmente nel Nord America, dove la tradizione di decorare quest'albero per festeggiare il 25 Dicembre è molto sentita da tempo e, successivamente, si è diffusa nel resto del mondo occidentale. Ma oltre ad un utilizzo ornamentale, il legno di questo tipo di pino è stato ed è utilizzato con frequenza per un vario genere di costruzioni: dai pali telegrafici nel passato alle più attuali traversine ferroviarie o puntelli per miniere, ma anche cassette, assisti e soprattutto per la realizzazione di cellulosa nelle cartiere. Tra le conifere altri alberi forniscono anche una quantità maggiore di legname, ma quello del pino silvestre è apprezzato soprattutto per la sua facile crescita. Nonostante questa pianta sia coltivata diffusamente per l'utilizzo del suo legname, essa ha un rilevante interesse anche per ciò che concerne il piano ornamentale ed è spesso coltivata come singolo esemplare sia in prati che in boschi ornamentali.
Il pino silvestre comprende al suo interno anche diverse varietà. Le più comuni sono l alba, che presenta foglie argentate; l' aurea con foglie colore oro; la engadinensis, caratterizzata dalla piccola taglia e dalle sue proprietà ornamentali; la mycrophylla con foglie minuscole, lunghe un centimetro e poco più; la fastigiata con chioma leggerissima; la pendula, così chiamata per i rami cadenti.
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