Il Chamaecyparis è un sempreverde rustico che può essere messo a dimora in qualsiasi ambiente, in piena terra o in vaso, in zone soggette al pieno sole o all’ombra. Tuttavia predilige terreni molto profondi, fertili, ben drenati, e bisogna fare attenzione nell’uso di acqua per irrigare contenente calcare e ai ristagni idrici. L’annaffiatura deve essere praticata solo quando la pianta lo necessita e soprattutto durante la stagione estiva. Sopporta temperature fino ai – 20 °C e non teme gli agenti atmosferici. Durante la stagione primaverile e autunnale occorre posizionare alla base del Chamaecyparis un concime specifico per piante acidofile. Se si decide di propagare questo esemplare per semina o talea semilegnosa, occorre utilizzare del terriccio ricco di sostanze organiche, leggermente acido, povero di calcare e molto drenato.
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La potatura del Chamaecyparis non è una pratica obbligatoria giacché si può andare incontro alla perdita della colorazione tipica delle giovani foglie di questa splendida conifera. Se si mette a dimora in giardino con l’obiettivo di creare una siepe, bisogna eseguire una potatura contenitiva da praticare durante la stagione primaverile. Nel caso in cui il fusto primario ne sviluppa uno secondario, per evitare una crescita distorta del cespuglio, basterà recidere quest’ultimo. Questo tipo di potatura si pratica verso marzo, mentre per la semplice potatura del fogliame occorre farla tra febbraio e i primi di marzo. Oltre al taglio di contenimento, quando occorre, si segano i rami secchi o infetti, evitando in questo modo che la pianta sia ricoperta da parassiti molto dannosi.
Il Chamaecyparis teme fortemente il fungo "famigliola", gli attacchi del Metcalfa, la clorosi ferrica e i marciumi radicali. La clorosi ferrica è dovuta a una difficile fotosintesi della clorofilla provocata da un’assenza di sostanze nutritive presenti nel terreno o perché la terra è troppo calcarea. Questo problema si nota da foglie che tendono a ingiallire e la pianta inizia a deperire. La Metcalfa è un parassita molto dannoso che si nutre della linfa di questa conifera e produce una sorta di sostanza appiccicosa. La cura consiste nell’uso di prodotti a base di nitrato potassico e successivamente di insetticidi specifici per questo parassita. Il marciume invece, si controlla con la diminuzione delle annaffiature, oltre che creando un terreno molto drenato.
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