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Il fosforo, come altri elementi nutritivi, viene assorbito dall’apparato radicale delle piante. Non tutto il fosforo esistente in natura è immediatamente disponibile per il nutrimento delle varie specie vegetali. Maggiormente assorbibile è il fosforo liquido o circolante, che viene ricavato dallo sgretolamento della roccia, mentre quello organico del terreno, a causa dell’interazione con altri minerali, come il calcio, diventa insolubile e difficilmente utilizzabile dalle piante. La quantità di fosforo sul terreno viene anche influenzata dal PH dello stesso: più questo è alcalino, cioè ricco di calcio, minore sarà la disponibilità di fosforo. L’interazione tra fosforo e calcio determina la formazione di fosfato tricalcico, un composto altamente insolubile. Nei terreni acidi, invece, si formano fosfati di ferro e alluminio, non sempre disponibili per le piante, perché l’acidità del suolo impedisce ai microrganismi di trasformare il fosforo organico in fosforo minerale, l’unico composto facilmente assorbibile dalle radici. Per questa caratteristica del fosforo, è necessario ricorrere alla concimazione fosfatica, in modo da apportate la giusta quota di minerale alle specie coltivate e correggere il PH del terreno.
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I concimi fosfatici per piante possono essere di natura chimica od organica. I primi si ricavano dalla disgregazione del materiale roccioso e vengono sottoposti a processi di lavorazione industriale, dove possono essere trattati con acido solforico. I concimi fosfatici semplici, cioè senza aggiunta di altre sostanze e di altri trattamenti chimici, non sono molto solubili e vengono usati solo per correggere il grado di alcalinità dei terreni da preparare per la semina o per la messa a dimora delle piante. I concimi fosfatici con aggiunta di acido solforico si chiamano perfosfati e sono più solubili dei concimi fosfatici semplici. I concimi fosfatici organici derivano dalle ossa animali sgretolate e trattate sempre con acido solforico. La loro solubilità è simile ai perfosfati chimici.
La concimazione fosfatica va effettuata prima della messa a dimora delle piante o durante la loro fase di sviluppo vegetativo. Il periodo ideale per la concimazione fosfatica è da marzo ad ottobre. I perfosfati, vista la loro scarsa diffusione sui terreni, vanno distribuiti al momento dell’impianto e nella parte il più possibile vicina alle radici. La carenza di fosforo si manifesta nella pianta con una colorazione anomala delle foglie ( bronzo o porpora), scarsa lignificazione dei germogli, blocco o ritardo dello sviluppo vegetativo. Questi ultimi due sintomi si presentano negli ortaggi e nelle piante da frutto.
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