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Un terreno con ph acido è assolutamente sconsigliato per questa pianta, e lo stesso vale per un suolo argilloso o asfittico. Per il resto, il mandorlo si adatta a numerose tipologie di terreno, è in grado di sopportare la siccità e contemporaneamente resiste al freddo. Bisogna, comunque, rispettare alcune fondamentali regole per la coltivazione: il suolo, prima dell'impianto, deve essere lavorato tramite aratura o fresatura, e, se necessario, rafforzato con ghiaia o sabbia in profondità. Nei mandorleti, le piante vanno collocate a circa cinque metri l'una dall'altra. Per quanto riguarda la potatura, l'operazione deve determinare una conformazione di base se praticata su un esemplare giovane; se, al contrario, è effettuata su una pianta pienamente sviluppata, si devono semplicemente spuntare i rami.
I prodotti utilizzati per la concimazione devono contenere i tre macroelementi indispensabili per la crescita della pianta, ovvero l'azoto, il potassio ed il fosforo. Si consiglia di aumentare la dose di azoto in primavera e in autunno, e di ridurla nei periodi di siccità; si tratta di un elemento molto importante per l'accrescimento ed il rafforzamento della chioma. Il potassio, invece, aiuta la pianta a sopportare il freddo ed accelera il processo di maturazione dei frutti, mentre il fosforo interviene nella crescita dei tessuti. I concimi devono comprendere anche elementi minori ma ugualmente utili, come il ferro, il magnesio, il boro ed il manganese. Ottime per la concimazione del mandorlo sono anche le sostanze organiche: il letame e lo stallatico non solo rilasciano sostanze nutrienti, ma incrementano, tra l'altro, la fertilità e la sofficità del terreno.
L'esposizione deve avvenire in un ambiente soleggiato, con temperature né eccessivamente elevate né troppo basse; il mandorlo predilige inverni miti ed estati calde ma non umide. Durante il periodo vegetativo sono pericolose le gelate, le quali potrebbero provocare danni allo sviluppo ed alla produzione. Vi sono anche diversi parassiti nocivi per questa pianta, tra cui gli afidi, il capnodio e la cocciniglia; per debellare i primi si consiglia una soluzione naturale, il macerato d'ortica, mentre contro il capnodio i rimedi più efficaci sono i piretroidi e l'olio bianco. Quest'ultimo è utile anche per eliminare la cocciniglia, poiché ne provoca la morte per soffocamento. La malattia più fastidiosa per tale pianta è invece la bolla, che tende a deformare le foglie ed è curabile con infuso di equiseto.
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