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Abbiamo già accennato che la Guzmania è originaria di una particolare zona del mondo, ovvero l’America centro-meridionale e l’arcipelago delle Antille; si tratta di un’area ad intensa attività naturale, ricca di foreste tropicali e pluviali, che richiedono per vivere un clima tipicamente tropicale, ovvero caldo ed estremamente umido (si arriva a percentuali del cento percento con condense all’ordine del giorno). Dato che la pianta è nata in zone di questo tipo, anche se nel corso delle generazioni si è adattata al clima europeo in cui è stata importata, per vivere nelle nostre case richiederà determinate caratteristiche climatiche che possiamo così riassumere: clima fortemente umido, temperature elevate anche d’inverno ed esposizione solare filtrata ma costante. Per quanto riguarda l’umidità, è necessaria soprattutto d’inverno (visto che comunque capita che i termosifoni o gli impianti di riscaldamento tendano a far seccare l’aria delle nostre abitazioni, mentre d’estate il nostro clima è già abbastanza umido) quando sono fondamentali sia le spruzzate con vaporizzatore che le tecniche per tenere il microambiente intorno alla pianta umido: una su tutte è il porre il vaso della Guzmania in un sottovaso pieno di brecciolino ed acqua, in modo tale che la sua evaporazione lenta ma costante riesca a far umidificare l’aria. La temperatura invece abbiamo detto che deve essere sempre abbastanza alta, e nello specifico ciò vuol dire che nella stagione invernale non deve mai scendere sotto i 15 gradi centigradi perché la pianta non può davvero sopportare il freddo (non essendo abituata per origine naturale). Invece l’esposizione è solare ma filtrata proprio come la tipica esposizione solare che c’è nelle foreste tropicali del centro sud America.
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Per confezionare un terreno adatto alla Guzmania dobbiamo ricordarci di due caratteristiche fondamentali di questa bella pianta: è acidofila ed odia i ristagni d’acqua. Per quanto riguarda la prima caratteristica, essa vuol dire che il terreno in cui le sue radici crescono deve essere leggermente acido, e perciò il substrato ideale è formato da torba, sabbia, radici delle felci, corteccia e magari aghi di pino. I più esperti tra i lettori avranno già individuato il fatto che questi “ingredienti” del substrato indicano non soltanto acidità, ma anche tanta ariosità, ed infatti tutto ciò si ricollega all’avversione che la Guzmania ha verso i ristagni d’acqua: sembra clamoroso che una pianta che cresce nella foresta tropicale e che ama un ambiente umidissimo arrivi ad odiare i ristagni, ma in effetti ciò è dovuto al fatto che le radici della Guzmania sono delicate e soprattutto sono abituate a vivere con quel che la foresta lascia e concede, quindi di fronte ad una certa abbondanza di sostanza nutritive rischia di morire.
La Guzmania è una pianta sempreverde, ovvero cresce e vive in tutti i periodi dell’anno e soprattutto non perde le sue foglie (o almeno non le perde in un periodo specifico bensì esse si seccano come termine di un ciclo naturale di vita). Per questo motivo non ha particolari esigenze d’inverno, ma solo quella di avere una temperatura, come abbiamo anche già detto, alquanto alta e cioè superiore ai 15 gradi centigradi. Invece il rinvaso si rende necessario solo quando effettivamente notiamo che le radici si sentono davvero strette nel vaso, cosa che può evidenziarsi con la fuoriuscita superiore di qualche radice. In tal caso (e comunque non prima di due o anche tre anni dalla precedente rinvasatura) bisogna travasare la Guzmania in un vaso solo leggermente più grande, perché così si evita di disperdere troppe forze vitali della pianta nella crescita delle radici invece della parte superiore (foglie e fiori).
L’annaffiatura è un’operazione fondamentale e da curare particolarmente bene se vogliamo che la nostra Guzmania sopravviva per lungo tempo e ci dia soddisfazioni; infatti annaffiare contribuisce a mantenere l’ambiente umido come la pianta desidera e soprattutto ricco di sostanze nutritive necessarie alla vita vegetale. In estate si preferisce annaffiare ogni giorno per mantenere il terreno sempre umido, anche se bisogna comunque stare attenti ai ristagni d’acqua. In inverno invece le annaffiature devono essere molto rare, mentre si preferisce continuare con le spruzzate con vaporizzatore per sulle foglie per l’umidità da garantire. Un’altra tecnica da osservare è quella di riempire la “rosetta”, ovvero quella parte centrale della pianta appena sopra l’attaccatura delle foglie e dove vediamo nascere i fiori: riempiendo d’acqua questa parte della pianta proprio come una piccola vaschetta, vediamo che operiamo una sorta di imitazione della natura (perché effettivamente è questo che succede nelle foreste tropicali alla Guzmania); bisogna però ricordare di cambiare e rinfrescare quest’acqua al massimo dopo 15 giorni per rinnovare la nutrizione della pianta.
La Guzmania non richiede una difficile operazione di concimazione, in quanto per garantirle la corretta crescita basta rifornirla ogni 20 giorni con un concime liquido da versare insieme all’annaffiatura; tutto ciò nella stagione estiva, perché invece in inverno sono da evitare le concimazioni perché comunque la pianta osserva un periodo di stallo dalla crescita. Si precisa che il concime, in forma liquida, deve essere equilibrato e non specifico per qualche componente, perché esso dovrà servirà solo da incentivo ed innesco per la crescita stessa di foglie e fiori.
La riproduzione della Guzmania può avvenire in due modi, per semi o per separazione dei figli. La riproduzione per semi è molto difficile, sia perché la pianta per produrre i semi deve davvero trovarsi in condizioni ottimali dal punto di vista climatico (quindi siamo noi a doverla curare in modo pressochè perfetto) ed anche deve essere abbastanza grande (diciamo almeno due o tre anni di vita); non bastasse ciò, anche comunque le cure da fornire ai semi per farli radificare e sviluppare sono davvero specialistiche e necessarie di competenza e tanta pazienza. Si consiglia quindi di operare la riproduzione tramite la separazione dei figli che si formano alla base della pianta, anche quando essa è abbastanza giovane. Da questo punto di vista basta solo aspettare che la Guzmania “figlia” mostri le prime timide radici e troncandola con una cesoia disinfettata con alcool o fuoco e mettendola in un terreno da acidofili come precedentemente descritto, non sarà difficile notare dopo qualche mese la nascita di nuove foglie e magari anche dei fiori.
La Guzmania non richiede tante potature ma soltanto l’eliminazione delle foglie secche che inevitabilmente si formeranno, tra l’altro non in un periodo specifico dell’anno ma solo al termine della vita della foglia stessa.
La struttura centrale della Guzmania non è il vero e proprio fiore: la colorazione rossa o arancione e la consistenza dura insieme alla disposizione ancora a rosetta è quella che distingue le brattee fiorali, strutture atte a proteggere e suggerire la nascita dei veri e propri fiori i quali sono molto più piccoli e meno appariscenti (colore tra il bianco ed il giallo), disposti al centro delle brattee stesse. Una volta nati, diciamo nel periodo di aprile, i fiori durano anche per mesi. Una curiosità da sottolineare è che alcune specie di Guzmania fioriscono una volta sola nella loro vita, per poi morire al termine della vita utile del fiore stesso.
Funghi e marciumi per l’eccessiva umidità ed afidi che sovente attaccano la pianta e le sue foglie (cura con prodotti specifici contro afidi di ogni genere).
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