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Il castagno è da sempre apprezzato per i suoi frutti, prodotti anche a livello industriale. Negli ultimi anni si è assistito ad un percepibile calo della produzione di castagne per il consumo fresco o ridotte a farina. Un ruolo decisivo in questo senso è stato occupato dall'industria dolciaria che punta molto di più su frutti di grande dimensione e regolari nella forma, finalizzati alla produzione del tipico marron glaces. Frutti più economicamente “fortunati” sono dunque il Marrone, che vanta grosse dimensioni e polpa molto dolce, la Bracalla che possiede le stesse doti del precedente ma ha buccia rossa e la Fragonese, particolarmente amata per il sapore. Per quanto riguarda i frutti più piccoli, come la Salvaschina, la Carpinese e la Pistolese, il loro utilizzo è invece incentrato sulla preparazione di caldarroste o farina di castagne.
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Per lo sviluppo di nuovi impianti è consigliabile preparare un vivaio di piccole dimensioni, dotato di un terreno profondo e fertile, dalla buona esposizione. Nella stagione autunnale si dovranno piantare i frutti più rustici a una distanza di 10 centimetri circa per ogni fila. In seguito la semina è da effettuarsi all'interno di solchi posti a 60 centimetri circa di distanza, ben concimati con cenere di legna e buon concime maturo. Nel corso del primo anno le piante dovranno essere irrigate ogni due settimane, con abbondanza se la stagione è particolarmente calda e presentasse siccità. Successivamente, dopo il primo anno, le piante dovranno essere sfoltite: solo le più rustiche saranno mantenute. In seguito, queste saranno innestate in vivaio, sul finire dell'inverno del terzo anno.
E' consigliabile effettuare la messa a dimora nella stagione autunnale, momento in cui comincia il riposo vegetativo delle piante. L'innesto andrà fatto in solchi profondi almeno un metro per uno, concimati come in precedenza con buon letame e cenere di legna. Concimazioni consigliate per il primo anno sono anche quelle di tipo “verde”, ossia con l'uso di leguminose come il trifoglio violetto o la veccia.
Ogni anno la concimazione dovrà poi prevedere letame maturo, alternato con un preparato integrativo di fosforo e potassio.Il terreno preferito dal castagno è fresco e profondo, particolarmente provvisto di sostanze organiche. L'albero non gradisce al contrario terreni più compatti o calcarei, dove la sua crescita è ostacolata e faticosa. Terreni acidi o subacidi con ph a 6.5 fanno al caso suo, così come suoli più neutri a ph 7.0.
Se nei climi montani e alpini le piante hanno sufficiente apporto di acqua - grazie alle piogge che cadono ben distribuite durante il corso dell'anno, non obbligando quindi all'innaffiatura - in caso di ambienti maggiormente siccitosi l'irrigazione dovrà effettuarsi nelle stagioni più calde, soprattutto sulle piante giovani, con un intervallo di tempo di due settimane, massimo venti giorni.
Una delle malattie parassitarie più gravi che può colpire il castagno, spesso con esito letale, è il cancro della corteccia, provocato dal fungo Endothia Parasitica. Questo conduce a un gravissimo disseccamento dei rami. Per difendere l'albero si dovranno tagliare i rami colpiti e cicatrizzare in seguito con un mastice fungicida e fungistatico. Altro fungo nocivo è il Phitophthora Cambivora che provoca macchie scure sulla corteccia, radici e parte basale dell'albero. Per evitare questi attacchi sono consigliate integrazioni di minerali per il terreno e la predisposizione di cenere di legna intorno al tronco. Uno degli insetti più dannosi, infine, è il Curculio Elephas, o balanino, che porta alla crescita di larve nella castagna, non più commestibile per l'uomo. Per prevenire il suo attacco è necessario un regolare sfoltimento dei rami e una buona fertilizzazione.
Le specie più diffuse sono la castanea sativa, assai comune perche cresce rigogliosa in ambienti molto piovosi. Presenta differenti varietà con frutti diversi sia per grandezza che per sapore: tra questi i più conosciuti sono i sopra menzionati “marroni”. E la castanea crenata, o castagna giapponese,con frutto di dimensioni maggiori rispetto al castagno europeo.
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